L'Ossessione della memoria by Stefano Pivato

L'Ossessione della memoria by Stefano Pivato

autore:Stefano Pivato [Pivato, Stefano]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2021-01-10T09:15:33+00:00


Nel marasma delle informazioni

Abbiamo appena affermato che la memoria è fallace per motivi intriseci, vale a dire per via delle strutture cerebrali che la rendono possibile e la fanno funzionare, e per motivi estrinseci, vale a dire la quantità di informazioni a cui è sottoposta. Se questa è bassa e ordinata la memoria trattiene, altrimenti registrare diventa sempre più complesso. La storia risente molto di questo, perché in questi anni la quantità di informazioni alle quali siamo sottoposti è sempre maggiore. E allora la memoria va in tilt: men che mai può essere strumento oggettivo di riferimento per interpretare il presente o appuntarsi la storia. Ma, come al solito, torniamo agli esempi. In particolare, un esempio vicino nel tempo, da sviscerare e ricordare bene perché un giorno ci servirà per scrivere i libri di storia.

L’episodio più recente dei nostri tempi, che rende bene ciò che sta succedendo alla storia e alla ricostruzione degli avvenimenti basata sull’evidenza, come dovrebbe essere, è il resoconto dell’epidemia da SARS-CoV-2, responsabile della malattia Covid-19: dall’inizio del 2020, la narrazione sui media tradizionali (giornali, radio e tv) e nuovi media (web e social media) della malattia da nuovo coronavirus ha generato un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno. In altre parole, esisterebbe una “sindrome” che condiziona pesantemente la nostra attenzione e la nostra capacità di comprensione e di elaborare le informazioni che riceviamo e di ricostituirle. A sostenerlo è stata l’Organizzazione mondiale della sanità, che in un report del 2 febbraio 20203, riportando il bollettino periodico sugli effetti della malattia, parla di «infodemia».

Infodemia, secondo i linguisti della Treccani, è la «circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili». Il neologismo «infodemia» deriva dall’inglese «infodemic», a sua volta composto dai sostantivi info(rmation), cioè «informazione» ed (epi)demic, come «epidemia». L’Organizzazione mondiale della sanità, nel suo report, con queste esatte parole, ha messo in guardia dalla «massiccia infodemia, una sovrabbondanza di informazioni – alcune accurate e altre no – che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno».

Pensiamo a internet. Siamo bombardati da informazioni, e questo genere di polifonia richiede silenzio e calma per essere ascoltata, ma non ne disponiamo. Vediamo un numero decisamente più elevato di richieste, pubblicità, contatti, conversazioni e immagini, in un solo giorno, di quanti ne avrebbero visti le persone vissute fino a trent’anni fa, in tutta la loro vita.

Su internet abbiamo a disposizione un numero di elementi decine di volte superiore a quello delle stelle osservabili nell’universo. La memoria di nessun essere vivente sarebbe capace di mantenere traccia di tutto ciò a cui è sottoposta, infatti semplifichiamo: se un tempo affidavamo i ricordi ai cassetti della scrivania o alle biblioteche, adesso li affidiamo agli hard-disk e a nuvole digitali (cloud) delle dimensioni che non leggeremo mai per intero.

Da una parte siamo fortunati, ad ogni età, ad avere una fonte di informazioni inesauribile.



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